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Dipendenza da alcol e attività motoria adattata

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L’alcol è una delle droghe più utilizzate nel mondo. In uno studio epidemiologico, finanziato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS 1998) è stato valutato che in Italia lo 0,7 % della popolazione ha presentato nel corso della propria vita un disturbo da abuso di sostanze. L’abuso di alcol rappresenta, soprattutto in alcune aree del paese, un grave problema sociale che investe persone di tutte le fasce sociali e di tutte le età (Carraro, Mioni, & Pessa 2001). Il costo sociale dell’alcol in Italia è stato, nel solo 2006, di 11,4 milioni di dollari: 2,3 milioni di dollari di costi sanitari diretti (trattamento cirrosi epatica); 5,7 milioni per costi indiretti; 3,4 milioni per altri costi diretti legati ad altri problemi di salute dovuti all’uso cronico di alcol (OMS, 2010).

L’alcol agisce deprimendo il sistema nervoso centrale. Diminuisce cioè l’attività dei neuroni e induce tolleranza e dipendenza. Con un consumo cronico l’organismo innesca tre meccanismi successivi di compensazione: tolleranza farmacocinetica (dopo 1-2 settimane il fegato aumenta la velocità di metabolizzazione dell’etanolo del 30%); tolleranza farmacodinamica (più tardiva, modificazioni chimiche e strutturali delle membrane cellulari, dipendenza fisica); tolleranza comportamentale.

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Dipartimento di Scienze Biomolecolari, sezione di Scienze dell’Esercizio Fisico,
Università “Carlo Bo” di Urbino

Corso di Laurea Interfacoltà in Scienze Motorie, Università di Padova

Dipartimento di scienze dell’Educazione, Università di Padova

Unità di Alcologia, Ospedale “Fatebenefratelli” di Venezia


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