La forza, in ambito motorio, è una delle capacità definite condizionali insieme alla resistenza e alla rapidità. Nel campo delle attività sportive con il termine forza s’intende, generalmente, la capacità dei muscoli di vincere una notevole resistenza o di opporsi ad essa; in pratica un muscolo viene considerato tanto più forte quanto più elevata è la tensione che è in grado di produrre con uno sforzo massimale unico.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA FORZA
La forza può essere classificata in maniera diversa a seconda del parametro preso in considerazione. In letteratura si va da una classificazione secondo la contrazione muscolare (isometrica-concentrica-eccentrica) passando per una classificazione secondo il tipo di tensione (isotonica-isocinetica-auxotonica) fino ad una classificazione secondo la capacità (massimale-veloce-resistente). Questi sono solo tre tipologie di classificazione rintracciabili nella letteratura scientifica. La distinzione che dobbiamo maggiormente considerare nell’ambito della danza è quella tra la forza assoluta e la forza relativa. La forza assoluta è la massima espressione della forza indipendentemente dal peso corporeo. La forza relativa è il rapporto tra la massima espressione di forza e il peso corporeo. Il danzatore si pone come obiettivo da perseguire il raggiungimento del livello ottimale di forza relativa. Tale livello, infatti, è fondamentale soprattutto nei gesti che richiedono un’elevata velocità di esecuzione.
I FATTORI CHE INFLUENZANO LA CAPACITA’ DI FORZA
La tensione muscolare attraverso la quale la forza si esprime è influenzata da molteplici fattori. Vediamo, dunque, quali sono i fattori principali che influenzano l’espressione della forza nel danzatore:
- Diametro della sessione trasversa del muscolo: la massa del muscolo è variabile e può essere incrementata con l’allenamento. In particolare la massa muscolare si adatta grazie alle sollecitazioni derivanti dall’allenamento piramidale e massimale con sovraccarichi. Nel caso del danzatore questo parametro è da valutare con estrema cura poiché la ricerca di un aumento di massa magra per incrementare la forza potrebbe scontrarsi con le esigenze artistiche della disciplina praticata. Nella danza classica, infatti, il danzatore deve conservare delle forme muscolari “allungate” per rispondere alle esigenze artistiche di tale disciplina. La ricerca dell’aumento del diametro muscolare deve essere perseguito solo se l’analisi muscolare del danzatore ci porta alla rilevazione di muscoli effettivamente ipotrofici.
- Tipo di fibre muscolari ed il loro reclutamento: fibre di tipo I o fibre di tipo II (II a – II b – II c)2
- Stiramento ed elasticità muscolare: nell’esecuzione del movimento se il muscolo viene pre-stirato e successivamente contratto volontariamente la tensione prodotta risulta potenziata. Questo risultato si ottiene grazie all’azione del riflesso miotatico e del ritorno elastico intrinseco del muscolo. Autori come A.Gollhofer3 hanno dimostrato come l’integrazione del riflesso miotatico con una contrazione concentrica volontaria consenta di esprimere una maggiore efficacia. Tale vantaggio si manifesta, però, solo quando il rapporto temporale fra stiramento e massima contrazione volontaria è breve. Prendiamo ad esempio l’esecuzione di un grande salto. Osservando questo gesto tecnico comprendiamo come sia necessario ricercare il corretto timing di movimento al fine di sfruttare i fattori descritti. Nell’esecuzione di un grande salto i passi che vengono eseguiti in preparazione al salto non devono avere un timing troppo dilatato perché tale dilatazione fa perdere tutta l’energia potenziale del pre-stiramento.
- Tonia muscolare basale: solitamente molto efficiente nei danzatori. A volte, è possibile osservare alcuni muscoli ipotonici ed altri ipertonici. Questa differenza nella tonia di base può portare ad uno squilibrio muscolare.
- Padronanza del gesto tecnico: il controllo ottimale del gesto tecnico è alla base dell’ottimizzazione della capacità di forza. Tornando all’esempio del salto, migliore è la padronanza del gesto tecnico maggiore sarà la forza a disposizione per effettuare una grande elevazione. E’ importante in questa chiave ricercare esercitazioni di potenziamento che si avvicinino al gesto funzionale. È opportuno, inoltre, saper riconoscere e valutare un’eventuale carenza nello schema motorio del singolo gesto. Qualora riscontrassimo una carenza coordinativa intermuscolare alla base del gesto deficitario dovremmo, infatti, lavorare su questo fattore.
- Volontà dell’individuo: un buon approccio psicologico al gesto favorisce la migliore espressione possibile della capacità di forza dell’organismo.
Abstract of the article in English
The strength in the dancer’s athletic training is critical in order to achieve optimal performances and prevent injuries. The article describes the main characteristics of this ability in dance. The authors analyze the components and then they focus on the modalities to train this ability. What is strength? What are its characteristics ? What are the main areas of the dancer’s body to strengthen? Which exercises to suggest?