Con il termine cancro si intende un gruppo di più di 100 patologie caratterizzate da crescita cellulare incontrollata, a causa di modifiche nell’informazione genetica.
Normalmente i processi di crescita, sviluppo e morte tissutale sottostanno a fini meccanismi di regolazione; le mutazioni nel DNA che conducono al cancro portano alla modificazione di questi processi, dando vita a una crescita cellulare incontrollata e alla formazione del tumore.
Nel 5-10% dei casi le mutazioni che portano al cancro vengono direttamente ereditate da altre cellule cancerose, ma nella maggioranza dei casi sono causate da alterazioni al materiale genetico della cellula accumulate nel tempo. Le cause principali di danneggiamento sono di natura sia endogena, sia esterna; tra le principali cause esterne sia hanno la nutrizione e il livello di attività fisica.[1]
Il cancro è la principale causa di morte nel mondo, con un trend in crescita, in particolare nei paesi meno avanzati, a causa dell’aumento dell’età media della popolazione, e degli stili di vita scorretti (fumo, dieta, inattività fisica, ed altro). Nel 2012 sono stati stimati, nel mondo, 14,1 milioni di nuovi casi cancro, e 8,2 milioni di morti a causa dello stesso. I più frequentemente diagnosticati, e principali cause di morte rispettivamente in uomini e donne, sono il cancro all’intestino e alla mammella, alle quali si aggiungono, nell’uomo, il cancro al fegato, allo stomaco ed al colon-retto all’utero, e nella donna allo stomaco, all’utero ed al colon-retto.[2]
Dal 1981, anno in cui Doll e Peto[3], per primi dimostrarono la relazione tra lo stile di vita e l’incidenza del cancro, sono state accumulate molte evidenze sul ruolo protettivo dell’esercizio fisico nella prevenzione della patologia.[4]
In accordo con le definizioni date dal World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research report, le evidenze scientifiche sulla relazione attività fisica – cancro, sono classificate come:
- “Convincenti” quando le evidenze sono conclusive, considerando la numerosità degli studi favorevoli, il fatto che gli stessi siano condotti su popolazioni diverse, e sia osservata una relazione dose risposta sul livello di attività fisica[5];
- “Probabili” quando i dati meccanicistici e di laboratorio sono fortemente a supporto della relazione, ma le evidenze dai dati epidemiologici sono meno consistenti ed il numero di studi che supportano la relazione non è sufficiente per dare una conclusione definitiva;
- “Possibili” quando una relazione di causalità può esistere ma gli studi a supporto sono poco numerosi o di qualità insufficiente, ed i dati di laboratorio non sono sempre favorevoli;
- “Insufficienti” quando le evidenze sono suggestive ma insufficienti per esprimere un giudizio definitivo. In questo caso ci sono pochi studi favorevoli, e questo può dare solo una possibile associazione.
Dagli studi epidemiologici, le maggiori evidenze sull’influenza positiva dell’esercizio fisico esistono per cancro al colon e colon-retto. Le evidenze scientifiche per questi due siti sono classificate come convincenti. [5],[6] Circa l’80% degli studi che relazionano i livelli di attività fisica al cancro al colon e colon-retto, dimostrano una riduzione del rischio per i soggetti fisicamente attivi, con una riduzione media del 40-50%.6
Anche per la relazione tra l’esercizio fisico ed il cancro alla mammella le evidenze sono classificate come convincenti.[7]
Circa il 70% degli studi dimostra che le donne più attive hanno un minor rischio di contrarre il cancro alla mammella, rispetto alla controparte sedentaria, con una diminuzione media del rischio del 30 -40%. L’entità della riduzione del rischio è maggiore tra le donne post-menopausa, rispetto alle donne pre-menopausa [5],[8],[9].
In circa il 60% degli studi dove è stato esaminato l’effetto dose risposta, si è trovato un significativo trend di diminuzione del rischio con l’incremento dell’attività fisica [5], [10], [11], [12]; sebbene, in altri non si sia riscontata correlazione, o la si sia trovata limitata ad alcuni gruppi[5].
È classificata come probabile, invece, la relazione tra esercizio fisico e cancro alla prostata [5], [6], [12], per il quale circa la metà degli studi ha dimostrato la riduzione del rischio negli uomini fisicamente attivi, con un associazione che va da una riduzione del 70% per i più attivi, ad un incremento del rischio del 287% per i meno attivi [5], [12]. Quando gli autori hanno esaminato la relazione tra il rischio di contrarre il cancro alla prostata e l’intensità dell’attività fisica, hanno riscontrato che soggetti che praticavano attività fisica vigorosa (>6 METs) avevano una riduzione del rischio del 30% in più rispetto ai meno attivi[5].
È classificata come possibile la relazione tra attività fisica e cancro all’intestino, in particolare per l’attività classificata da moderata (3-6 METs) a vigorosa (> 6 METs). La riduzione media del rischio ottenuta nei lavori che hanno messo in relazione il rischio di cancro all’intestino e l’attività fisica va dal 20 al 60 %, ma sono riportati anche dati opposti (+40%) probabilmente per la dipendenza di altri fattori, in particolare il fumo. Il cancro all’intestino, infatti, compare con frequenza molto bassa negli individui che non hanno mai fumato 5.
Anche per il cancro all’endometrio, la relazione tra riduzione del rischio e l’attività fisica è classificata come possibile 6.
In una recentissima review [13], nella quale si esaminano 770.000 casi di cancro in 22 siti anatomici, si conferma che l’attività fisica è associata alla riduzione del rischio di cancro e, in particolare, con forti evidenze, a riduzione del cancro al colon-retto e alla mammella.
Per altri siti (testicoli, ovaio, reni, pancreas, tiroide, melanoma) sono presenti, in letteratura, un minor numero di studi, che per ora ci danno dati promettenti, ma ancora insufficienti per definire, con certezza, associazioni.
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Abstract of the article in English
Since 1981, evidences of the protective effects of physical activity on cancer are continuously increasing.
Physical activity is associated with a lower risk of several cancers, in particular, colon, rectal, breast, endometrial and ovarian cancer associations are supported by strong evidence.
The number of studies elaborated on the effect of physical activity on the other kinds of cancer is small, but results are promising.
Furthermore, even when the correlation with the pathology is small, physical activity improves the fitness of the subjects and reduces the symptoms of the cancer related fatigue, and this could be sufficient, also considering the absence of side effects, to advice to patients to practice it.
Though literature on physical activity and cancer prevention is rich, the molecular mechanisms that are associated with the observed reductions in cancer risk are less abundant, and thus less well understood. The most commonly hypothesized, and well-supported pathways are related to sex hormones, metabolic hormones, inflammation and adiposity, and immune function.
- [1] Brown, J. C., Winters‐Stone, K., Lee, A., & Schmitz, K. H. (2012). Cancer, physical activity, and exercise. Comprehensive Physiology, 2(4), 2775-2809.
- [2] Torre, L. A., Bray, F., Siegel, R. L., Ferlay, J., Lortet‐Tieulent, J., & Jemal, A. (2015). Global cancer statistics, 2012. CA: a cancer journal for clinicians, 65(2), 87-108.
- [3] Doll, R., & Peto, R. (1981). The causes of cancer: quantitative estimates of avoidable risks of cancer in the United States today. JNCI: Journal of the National Cancer Institute, 66(6), 1192-1308.
- [4] Kruk, J., & Aboul-Enein, H. Y. (2006). Physical activity in the prevention of cancer. Asian pacific journal of cancer prevention, 7(1), 11.
- [5] Friedenreich, C. M. (2001). Physical activity and cancer prevention: from observational to intervention research. Cancer Epidemiology and Prevention Biomarkers, 10(4), 287-301.
- [6] Friedenreich, C. M., & Orenstein, M. R. (2002). Physical activity and cancer prevention: etiologic evidence and biological mechanisms. The Journal of nutrition, 132(11), 3456S-3464S.
- [7] Vainio, H., & Bianchini, F. (Eds.). (2002). Weight control and physical activity (Vol. 6). Iarc;
- [8] Friedenreich, C. M. (2004). Physical activity and breast cancer risk: the effect of menopausal status. Exercise and sport sciences reviews, 32(4), 180-184.
- [9] John, E. M., Horn-Ross, P. L., & Koo, J. (2003). Lifetime physical activity and breast cancer risk in a multiethnic population: the San Francisco Bay area breast cancer study. Cancer Epidemiology and Prevention Biomarkers, 12(11), 1143-1152.
- [10] Dirx, M. J., Voorrips, L. E., Goldbohm, R. A., & van den Brandt, P. A. (2001). Baseline recreational physical activity, history of sports participation, and postmenopausal breast carcinoma risk in the Netherlands Cohort Study. Cancer, 92(6), 1638-1649.
- [11] Drake, D. A. (2001). A longitudinal study of physical activity and breast cancer prediction. Cancer nursing, 24(5), 371-377.
- [12] Lee, I. M. (2003). Physical activity and cancer prevention–data from epidemiologic studies. Medicine and science in sports and exercise, 35(11), 1823-1827.
- [13] de Rezende, L. F. M., de Sá, T. H., Markozannes, G., Rey-López, J. P., Lee, I. M., Tsilidis, K. K., … & Eluf-Neto, J. (2018). Physical activity and cancer: an umbrella review of the literature including 22 major anatomical sites and 770 000 cancer cases. Br J Sports Med, 52(13), 826-833.
Laureato in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute presso l'Università di Camerino, è docente per i corsi di formazione di NonSoloFitness